"...anche la cosa più banale, come vedere sorgere il sole ogni mattina, é una cosa che vedono tutti, però nessuno sa che importanza ha..."
Veronica (Nicky)
La vicenda d'un caro compagno di classe e di penna
"Che si può dire di una ragazza morta a tredici anni, che amava correre, amava vivere, amava il mondo? Che si può dire di un tragico volo d'uccelli stroncato da un fulmine? Che si può dire di un bocciolo reciso prima ancora di fiorire? Proprio una settimana fa sul nostro viso s'é spento il sorriso e quella verità, che tanto volevamo nascondere, si é avverata... ...ora voglio parlare della mia amicizia con NicKy, certo perché così lei voleva essere chiamata. La conobbi quando eravamo ancora piccoli, all'asilo. Allora i suoi grandi occhi neri, sembravano ancora più grandi, i suoi capelli corvini, scintillavano al sole. Poi lei frequentò le elementari nel suo paese, ed io qui a Baganzola. Ci trovammo alle medie. Veronica fece una festa a casa sua a da quel pomeriggio diventammo molto più amici ed iniziammo una lunga corrispondenza con biglietti lunghi anche due pagine. In quei biglietti io scoprii la vera Veronica, la ragazza che nascondeva la sua malinconia dietro quel sorriso gioioso. Lei si confidava con me e mi scriveva ogni cosa che le accadeva. Si sentiva sola e aveva tanto bisogno di amici sinceri. Io cercai di aiutarla, ma ero ancora troppo ingenuo, io, per vedere la ferita che aveva nel cuore....ma ora non dobbiamo piangere e disperarci per lei, sarebbe come scusarci per non averla amata abbastanza. Dobbiamo sorridere alla vita, come lei avrebbe voluto, anche se questo é triste. Non dobbiamo affliggerci nelle nostre lacrime, ma sorridere sempre, cercando di imitare quella magica ragazza che ha sofferto per tutti noi..."
Con queste parole Fabio Scovenna ricordava Veronica nell'elaborato d'italiano "Ricordo di un'amica" che la professoressa Dalla Bella aveva assegnato ai compagni di classe di Veronica.
Una grande sensibilità, una straordinaria affinità mentale e una maturità accresciuta da forti esperienze, avevano favorito una preziosa amicizia, con Fabio Scovenna, compagno di classe alle scuole medie. Un'amicizia basata particolarmente su di un intenso scambio di lettere, con cui i due giovani avevano trovato un mezzo per liberare le confidenze più intime e creare una profonda intesa, molto importante per due sensibilità, per le quali era difficile comunicare “sino in fondo” con gli altri compagni.
Questo profondo legame, con la scomparsa dell'amica, si è evoluto nell’idealizzazione di un sentimento più tenero, mai manifestato durante i loro scambi epistolari, che è andato consolidandosi nei mesi successivi e che ha fatto sentire ancora più doloroso il vuoto lasciato da Veronica. Le frequenti visite di Fabio al camposanto, per trovare l'amica scomparsa, probabilmente coprivano il suo desiderio di continuare una comunicazione interrotta in modo troppo brusco.
Sei mesi dopo la morte di Veronica, il 10 ottobre 1983, Fabio concluderà tragicamente la sua vita. "Seppellitemi accanto a Veronica", aveva scritto nella lettera di addio ai genitori. E' stato accontentato.
Nato il 6 maggio 1969; adottato all'età di sette mesi da Anna e Gianfranco Scovenna, Fabio ha lasciato numerosi scritti fra cui spicca un libro che raccoglie le sue poesie, un romanzo, i diari, diverse lettere e gli elaborati scolastici d'italiano. Tutti pregnanti di valori estetici, umani e morali.
Sulla sua lapide spicca il messaggio che Fabio ha voluto lasciare, perché il suo gesto, programmato con una disarmante serenità e naturalezza, non doveva suscitare tristi rimpianti:
"Ricordatevi di me con gioia e serenità perché é così che io vi ricorderò tutti, se mi ricorderete solo con lacrime, allora non ricordatemi affatto. Vi voglio bene, il vostro Fabio"
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