L'autunno é già inoltrato e durante uno dei suoi ricoveri in ospedale Veronica riceve la visita di zia Anna che, tra le altre cose, le accenna la possibilità di fare illustrare un suo racconto, che a scuola ha suscitato tanto interesse, dal titolo "Viaggio fantastico". Con il pretesto che é preferibile scegliere tra i suoi scritti quello più adatto da realizzare, le vengono richieste, oltre ai suoi temi, anche le sue poesie.
Lei é molto riservata in queste cose, ma dopo l'episodio con la sua insegnante di lettere, decide di darne una copia anche a lei.
Nonostante Veronica sia molto ordinata e ben organizzata, mettere insieme le sue poesie non é agevole poiché, quando le viene l'ispirazione, ha l'abitudine di scrivere su qualsiasi pezzetto di carta che trova al momento, per cui ci sono tanti bigliettini di poesie scritte con grafia minuta, contrassegnate dalla data e dalla firma, che arricchisce con un cuoricino o un fiore a seconda che si firmi come Veronica o come "Nicky".
Le ricopia poi su un quaderno appena ha tempo e, a volte, spiega in quali circostanze ha composto poesie come "Vita", oppure "Scusami fratello".
Una volta avuto tutto il materiale possibile, l'idea segreta di zia Anna é di ricavarne un libro illustrato e convalidato dal giudizio critico di un personaggio autorevole.
Le poesie vengono spedite a Roma, allo scrittore e critico Alberto Bevilacqua, il quale rilascia una sorprendente e bellissima dichiarazione, che centra pienamente la personalità di Veronica.
Nel frattempo Veronica può finalmente frequentare la scuola con più regolarità, tranne le interruzioni imposte dalle pesanti terapie. La gioia di poter stare insieme ai suoi compagni é tale che riesce a realizzare un recupero incredibile, con meraviglia dei nuovi insegnanti che ancora non la conoscono.
E' felice di queste parentesi di libertà e le vive pienamente, nonostante tutto, come lei stessa scrive:"...durante quei mesi in cui ero ricoverata e circondata sempre dalle solite ostili quattro mura, sempre con gli stessi camici bianchi e sempre attaccata a quella flebo da paranoia, avrei voluto scappare lontano da tutti, in qualsiasi luogo, pur di essere libera. Quando vedevo gli uccellini volare via, vedevo andarsene con loro la mia libertà. Adesso invece, qui a casa, mi sento più sicura, più attiva, insomma mi sembra di aver conquistato la mia terra promessa, che sarebbe la mia libertà".
Il 24 dicembre il suo primo libro é pronto. Cinquecento copie in due grandi sacchi vengono poste sotto l'albero di Natale, uno di questi é di panno blu, trattenuto da un grosso fiocco di raso coi colori dell'arcobaleno, come quello che é stampato sulla copertina del suo libro.
E' tutto pronto e, per l'occasione, Veronica é più raggiante ed eccitata che mai. Infatti ha preparato un ricco programma che si appresta ad offrire ai genitori e ai suoi zii di Milano. La festa ha pure un suo titolo:"Natale allegro". Ci sono gli inviti da lei disegnati colorati e spiritosi, scherzi e sorprese per tutti.
Il suo programma comprende anche la recita di alcune poesie natalizie di autori italiani di varie epoche ed una sua esibizione di danza. Dopo lo spettacolino la distribuzione dei regali personali per tutti.
Arriva infine anche il momento del suo regalo e quindi dell'apertura dei sacchi coi suoi libri. La sorpresa é tale che Veronica resta ammutolita e non riesce a leggere il suo nome stampato sulla copertina. Poi radiosa, ma con la voce che trema dall'emozione, legge la presentazione di Bevilacqua:
"Veronica ha tredici anni, ma riesce a scrivere una poesia come "Il quadro e il pittore" che sarebbe piaciuta a Palazzeschi. Ha intuizioni come: "soffrire per l'amore degli altri " e definisce la vita: "...libro stupendo, quasi misterioso, molto indispensabile" In Veronica dunque c'é, un poeta che si nutre della sua breve età, con le visioni e la maturità che sembrano venire da una vita già ampiamente vissuta. La sua nota dominante non é solo la grazia, ma anche la capacità di giudicare. La poesia compie questi piccoli miracoli. Perciò va tenuta accanto da compagna prediletta, come fa Veronica, avendone intima letizia."
La meravigliosa serata si chiude con Veronica che, stupita, felice e soddisfatta per la riuscita del suo programma, preparato con tanta cura, se ne va a letto stringendo sul petto il suo libro.
Il giorno di Natale é in piedi molto presto e prepara con gioia l'elenco delle persone alle quali lo regalerà. Le dediche, la impegnano non poco perché ogni destinatario deve averla "su misura".
Inizia così un periodo intenso e memorabile. Le sue poesie incontrano subito un successo sorprendente e Veronica riceve una quantità di elogi. Ci sono insegnanti che le leggono in classe ai propri alunni, che propongono una presentazione pubblica del libro e auspicano l'inserimento delle sue poesie anche nei libri di testo. Queste inaspettate e convinte manifestazioni di apprezzamento, consolidano in Veronica la consapevolezza di avere dei valori da coltivare, non solo per sé stessa, ma anche per gli altri.
Il 4 gennaio 1983, torna a Bologna, dove questa volta si reca non per cure, ma animata dall'entusiasmo di consegnare il suo dono ai suoi amici sofferenti. Quello stesso giorno scrive "Il mio amico".
La stessa cosa é replicata anche presso il reparto di ematologia oncologica pediatrica di Parma, dove le poesie vengono riprodotte e attaccate ai vetri e alle pareti. Curiosamente, in entrambi gli ospedali dove i bambini soggiornano, viene data particolare enfasi alla stessa poesia: "Domani andrà meglio".